La Tenuta presidenziale di Castelporziano è aperta al pubblico con percorsi naturalistici, archeologici e storico artistici.
Per ciascuna stagione viene selezionato uno specifico percorso naturalistico tra quelli disponibili con un sistema a rotazione, al fine di limitare l’impatto antropico sull’ecosistema.
La durata complessiva di ciascun percorso include i trasferimenti e la visione di un breve filmato.
La visita si conclude al termine del percorso con l’uscita mediante il servizio navetta dedicato oppure successivamente alla pausa pranzo, con le stesse modalità.
Il pranzo può essere consumato o presso il bar-ristorante della Tenuta con costi a proprio carico, oppure come pranzo al sacco presso l’area ristoro messa a disposizione.
In entrambi i casi è necessario seguire le indicazioni del personale.
Durante tutti i percorsi sarà possibile prendere visione di opere, oggetti di arredo e istallazioni nell’ambito dell’iniziativa Quirinale contemporaneo.
Disponibile nel periodo primaverile ed autunnale.
La visita comprende: Museo archeologico, Castello, residenza storica e salone dei trofei, Chiesa di San Filippo Neri, Coffee house, giardino storico Horti della Regina, antico fontanile, logge delle carrozze.
LUNGHEZZA: 930 m lineari
Galleria fotografica
Disponibile nel periodo primaverile ed autunnale.
Dopo la visita del Museo archeologico, con la navetta si raggiunge la località Tor Paterno per visitare la villa imperiale e l’acquedotto romano. Il percorso si snoda in diversi ambienti di interesse naturalistico della Tenuta.
Disponibili nel periodo primaverile ed autunnale.
I percorsi naturalistici sono 5: Capocotta, Malafede, Tor Paterno, Malpasso e Campo di Rota. Ad ogni stagione ne viene proposto uno con criterio di rotazione per limitare l’impatto antropico.
Ciascun itinerario consente al visitatore di conoscere diversi ecosistemi tipici della Tenuta.
Tutti i percorsi naturalistici prevedono la visita alla stazione di inanellamento e al Museo della Storia e della Natura di Castelporziano.
La durata complessiva dei singoli percorsi e la durata media dei relativi sentieri è indicata nelle corrispondenti schede.
CONSIDERATE LE PARTICOLARI CONDIZIONI DEL TERRITORIO SI RACCOMANDA L’UTILIZZO DI CALZATURE DA TREKKING O ESCURSIONISMO.
L’azione dell’uomo, esercitata nel tempo con modi e intensità variabili, ha plasmato il bosco fino alla composizione odierna, costituita da querceto misto di caducifoglie con cerro, farnia e farnetto. Il sottobosco è a macchia mediterranea nei microclimi più secchi e con carpino orientale in quelli più umidi. Lungo il percorso è possibile visitare una sughereta naturale utilizzata in passato per l’estrazione di sughero, testimonianza di una pratica storica che ha caratterizzato vaste aree del bacino mediterraneo. Proprio per il valore naturalistico e ambientale, l’area è stata interessata sin dagli anni ’90 da una serie di ricerche e indagini ecologiche nell’ambito del programma di monitoraggio ambientale della Tenuta di Castelporziano. All’inizio e alla fine del percorso si incrociano due fontanili storici, utilizzati in epoca sabauda per l’abbeveraggio dei cavalli e degli animali al pascolo.
Si sviluppa all’interno di un querceto misto invecchiato (cerro, farnetto) con carpino bianco, utilizzato in passato per la produzione di legname. Tutta l’area è stata oggetto di un importante intervento di recupero e riqualificazione ambientale avendo subìto, prima dell’acquisizione da parte della Presidenza della Repubblica, intense trasformazioni a fini speculativi. Particolarmente interessante l’osservazione del dinamismo in atto e della ripresa della vegetazione autoctona. Alcuni degli alberi più vetusti ospitano importanti specie di invertebrati legati al legno in decomposizione, tra cui anche alcune specie di interesse Comunitario.
Attraverso varie tipologie di querceti misti a prevalenza di cerro e farnetto, l’itinerario segue una delle rare vie di comunicazione che anticamente portavano a Capocotta, centro di leggende mitologiche e delle tradizioni poetiche dell’antica Ausonia. Gli alberi più vetusti ospitano importanti specie di invertebrati legati al legno in decomposizione.
Si svolge in un bosco d’alto fusto a dominanza di querce (cerro, farnetto, crenata, virgiliana, leccio), con maestosi esemplari di sughera testimoni di una loro antica coltivazione. Ai margini del bosco sono frequenti arbusti sempreverdi (fillirea, lentisco, mirto, erica, cisti). L’ambiente nel suo insieme rappresenta un rifugio ottimale per cinghiali e daini. Di particolare interesse anche la fauna invertebrata e la flora erbacea tipica dei substrati sabbiosi aridi, con locali presenze di zone umide e piscine, frequentate da numerose specie di rettili, anfibi, crostacei e insetti. Data l’importanza floristica e faunistica, un settore del bosco è stato sottoposto a protezione integrale.
Lungo il percorso è possibile apprezzare attività zootecniche tradizionali legate all’allevamento buttero.
L’itinerario, oltre alle testimonianze archeologiche dell’area di Tor Paterno, racchiude in poco spazio molti degli ambienti naturali presenti a Castelporziano. Si snoda attraverso leccete, macchia mediterranea e diverse tipologie di bosco di caducifoglie. Costeggia inoltre l’area umida più estesa della Tenuta, sulle cui sponde crescono salici e pioppi, dove è facile osservare diverse specie di uccelli acquatici e palustri, alcuni rettili acquatici e anfibi.
Si snoda nell’ambito di un paesaggio molto articolato. Ai pianori sommitali, ricoperti da boschi di leccio, si alternano valli e forre con vegetazione più mesofila (cerro, carpino bianco) ove è possibile incontrare cinghiali, lepri e caprioli. Spicca la presenza di un’area agricola contigua, ricca d’acqua, ove fauna domestica e selvatica convivono armoniosamente.