La Tenuta presidenziale di Castelporziano ha ospitato - dal 19 al 21 febbraio - le operazioni per riportare alla luce un giovane capodoglio spiaggiato e morto sul litorale laziale nel 2019. Grazie alla disponibilità della Tenuta, il cetaceo - un esemplare femmina di meno di un anno - era stato seppellito in quell’area protetta per permetterne la decomposizione in sicurezza.
I lavori di recupero hanno visto impegnati tecnici, biologi, veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, il WWF, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa con l’obiettivo comune di restituire alla comunità il fascino di questi giganti del mare - spesso minacciati - valorizzando gli aspetti di ricerca e di divulgazione. Il progetto rappresenta un'impresa di straordinaria importanza, unica in Italia, per la collaborazione fra le istituzioni impegnate.
Le operazioni sono state condotte sotto la supervisione di Stefano Palomba, Commissario straordinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana e Laura Pintore, Responsabile megafauna marina del WWF. Sul posto erano presenti anche Giulia Bonella, capo servizio della Tenuta di Castelporziano, e il vice capo servizio, Daniele Cecca.
Le fasi di ricomposizione verranno tutte documentate: dopo il recupero, si passerà alla fase di pulizia delle ossa e successivamente al rimontaggio. Una volta ricomposto, lo scheletro del capodoglio sarà esposto a Casa Pelagos, un nuovo museo interattivo ispirato al Santuario dei Cetacei, inaugurato lo scorso anno nell’Oasi WWF di Orbetello, in Toscana. Per attribuire il nome al cetaceo verrà indetto un contest nelle scuole per sensibilizzare i più giovani sulla difesa di questi animali.